La Nefrologia è una branca della Medicina Interna che studia le malattie dei reni.

I reni esercitano funzioni fondamentali per l’organismo e sono organi vitali come cuore, polmoni, fegato e cervello senza i quali non è possibile la sopravvivenza.

Le azioni dei reni sono sostanzialmente tre.

La prima è quella di garantire la corretta quantità e composizione dell’acqua corporea intra e extracellulare (omeostasi), evitando la disidratazione e l’iperidratazione e mantenendo i corretti valori del pH e della concentrazione dei suoi ioni (sodio, potassio, calcio, fosforo, cloro, bicarbonato). Questa funzione di stretto controllo è indispensabile per il corretto funzionamento di tutte le cellule.

La seconda azione è quella depurativa che consiste nella rimozione con l’urina di tutte le sostanze di rifiuto, dette anche scorie o tossine (i.e. acido urico, fosforo) che danneggerebbero gli organi e le arterie se fossero trattenute nell’organismo oltre a molecole non tossiche in sé ma che se non eliminate adeguatamente indurrebbero alterazioni nel normale funzionamento degli organi (i.e. sale, acqua).

La terza azione è quella endocrina, cioè quella relativa alla produzione di ormoni come l’eritropoietina e alla definitiva attivazione della vitamina D che è considerata attualmente un ormone vero e proprio. L’eritropoietina stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi. La vitamina D ha molte azioni tra cui la più importante è quella di mantenere in salute l’apparato scheletrico (ossa).

La Nefrologia Ospedaliera può essere divisa in 4 sottospecialità: la Nefrologia Clinica, l’Emodialisi, la Dialisi Peritoneale, il Trapianto Renale.

La Nefrologia Clinica si occupa della diagnosi e della terapia delle malattie renali (nefropatie) prima che queste possano danneggiare irreversibilmente i reni e portare all’insufficienza renale terminale (End Stage Renal Disease, ESRD). La Nefrologia Clinica utilizza esami bioumorali su sangue e urine, esami radiologici (i.e. radiografia, ecografia, TAC, scintigrafia) e in casi selezionati la biopsia renale, l’unica tecnica diagnostica in grado di individuare con certezza la natura delle malattie glomerulari (glomerulopatie) e indirizzare la corretta terapia.

L’emodialisi è una tecnica di dialisi, cioè una terapia depurativa, che, pur in grado di sostituire parzialmente la funzione renale, può garantire una buona sopravvivenza ai pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale. E’ definita dialisi extracorporea poiché la depurazione del sangue avviene in un filtro artificiale posto all’esterno del corpo. Abitualmente viene eseguita tre volte la settimana con sedute della durata di 4 ore ed è quindi intermittente.

La dialisi peritoneale è la seconda tecnica di dialisi disponibile ed è definita intracorporea in quanto utilizza il peritoneo come membrana (filtro) in grado di depurare l’organismo. Un catetere flessibile la cui estremità è posta all’interno del peritoneo permette di introdurre e rimuovere un liquido sterile appositamente preparato. La dialisi peritoneale è una dialisi continua cioè agisce 24 ore al giorno sia che utilizzi la modalità “manuale” (4 scambi al giorno con stasi addominale del liquido circa 5 ore x 3 e 9 ore la notte) che quella “automatizzata” con macchina (cycler) (3-8 scambi nelle 9 ore notturne e una stasi di 15 ore di giorno).

Il trapianto renale è la più completa terapia dell’insufficienza renale cronica terminale perché può permettere all’organismo di usufruire di una funzione renale vicina alla normalità. La maggior parte dei trapianti renali avviene da cadavere o, più precisamente, da soggetto in morte cerebrale. La seconda possibilità è il trapianto da vivente, cioè da soggetto sano con gruppo sanguigno compatibile col ricevente.